Le smagliature
Le smagliature o strie cutanee (striae cutis distensae) sono delle strisce atrofiche, solitamente parallele e bilaterali, intercalate da cute apparentemente sana. Prediligono il sesso femminile e la nostra razza, cioè quella caucasica, mentre in altre razze - come ad esempio la cinese - sono praticamente sconosciute, il che ci induce a sospettare che nella loro insorgenza entrino in gioco anche fattori genetici predisponenti. Le smagliature compaiono generalmente in epoca adolescenziale, spesso dopo uno stress meccanico della cute successivo a rapido ingrassamento e/o altrettanto rapido dimagrimento; oppure in gravidanza, solitamente nell'ultimo trimestre. Tuttavia le smagliature possono anche essere dovute a patologie ormonali, soprattutto quelle accompagnate da disordine cortico-surrenalico, e a terapie steroidee protratte nonchè a disordini metabolici di vario tipo, ad iniziare da carenze di vitamine antiossidanti e di flavonoidi.
L'aspetto iniziale delle smagliature è prevalentemente caratterizzato da strie di colore variabile dal rosso vinoso al rosa pallido (striae rubrae), orientate secondo le linee di trazione della cute (linee di Langer), larghe 1 o 2 mm e lunghe anche molti centimetri, solitamente speculari cioè interessanti simmetricamente l'una e l'altra zona del corpo come cosce, braccia, mammelle, fianchi e addome. Dopo un periodo più o meno lungo, che può durare anche degli anni, le strie assumono una colorazione biancastra translucida o bianco-madreperlacea (striae albae): queste sono delle vere e proprie cicatrici atrofiche caratterizzate da epidermide assottigliata, totalmente priva di annessi (né peli né ghiandole sebacee) e fortemente depressa. E' verosimile che alla fase iniziale di striae rubrae caratterizzata da un processo infiammatorio in cui si assiste alla frammentazione delle fibrille di collagene (soprattutto quelle verticali al di sotto della giunzione dermo-epidermica), e alla formazione di infiltrati istiocitari perivascolari a manicotto e alla vasodilatazione capillare, succeda un processo di vero e proprio riparo cicatriziale, le striae albae, in cui l'impalcatura di elastina e di collagene neoformato è deficitaria quali-quantitativamente con accumulo abnorme di glucosaminoglicani e di radicali liberi.
Cosa fare per combattere gli inestetismi delle smagliature? Il fatto stesso che gli scaffali delle farmacie siano pieni di prodotti miracolosi indica che nessuno di questi rappresenta la cura per eccellenza, per cui l'approccio terapeutico dovrà tener conto di ogni singola situazione.
Innanzitutto occorre precisare che mai come nelle smagliature della cute è valido l'assunto che prevenire è meglio che curare. Una volta poi che le striae sono manifeste, è chiaro che su quelle rubrae si può fare molto di più che su quelle albae.
La cultura popolare consigliava e consiglia alla donna in gravidanza di ungere la pelle dell'addome e dei fianchi con olio di oliva . Sicuramente un fondamento di questa cura è dettato innanzi tutto dall'utilità di ungere meccanicamente la pelle per apportarle un minimo di elasticità e di idratazione supplementari; inoltre non va sottovalutato l'apporto della vitamina E e degli acidi grassi dell'olio di oliva nel contrastare la formazione di radicali liberi. Ma certamente l'applicazione di olio di oliva non risolve totalmente il problema, forse può essere utile a prevenirlo, e pur tuttavia si scontra con un trattamento che da un punto di vista olfattivo e cosmetologico non ha proprio il massimo del gradimento. Sono state allora proposte in alternativa all'olio di oliva molteplici altre sostanze, dall'olio di mandorle all'euserpina, dai trigliceridi e i fosfolipidi della soia al burro di karité. Tutte hanno un fondamento logico e quindi un razionale di impiego. Attualmente la sostanza che dimostra la più elevata efficacia nel trattamento delle striae rubrae nella mia esperienza clinica é l'acido boswelico estratto dalla resina gommosa di una pianta indiana, la Boswellia Serrata o pianta dell'incenso.
L'acido boswelico ha una potente attività antinfiammatoria simile a quella dell'acido salicilico (del resto anche questo un beta-idrossiacido estratto da corteccia) ma priva di effetti gastrolesivi, tant'è vero che viene impiegato in tavolette orali per la cura delle artriti. Ebbene l'acido boswelico esplica sulle striae rubrae una efficace azione antiossidante ma soprattutto antinfiammatoria sia bloccando la sintesi dei leucotrieni (mediatori chimici della flogosi), sia inibendo la migrazione dei leucociti polimorfonucleati, responsabili della messa in moto del processo infiammatorio. Infatti i polimorfonucleati rilasciano sostanze ad attività chemiotattica (citochine, bradichinine ecc.) responsabili dei sintomi della flogosi ma soprattutto liberano elastasi, un enzima proteolitico che distrugge il collagene ed i glucosaminoglicani. Intervenendo su questi eventi, l'acido boswelico riesce ad essere particolarmente efficace proprio nel meccanismo iniziale di formazione delle striae rubrae.
Tuttavia quando il danno è consolidato e le smagliature appaiono cicatrizzate in classiche striae albae nessun trattamento topico può fare nulla se non quello di prevenire altri e nuovi danni futuri. In questo caso sono state tentate mille soluzioni, dalla laser-terapia al filling di collagene eterologo (trattamenti generalmente assai costosi rispetto al beneficio transitorio che assicurano). Personalmente suggerisco nei casi più gravi di striae albae un trattamento esclusivamente cosmetico, che comunque appaga almeno in parte le ansietà delle pazienti. Che cosa rende le striae albae particolarmente inaccettabili?: la loro discromia, cioè la netta diversità di colore che si alterna ripetitivamente fra linea di smagliatura e cute sana circostante. Ebbene io consiglio uno specifico preparato autoabbronzante liquido da applicare pazientemente con il suo pennellino lungo le singole striae fino al raggiungimento di una tonalità cromatica lievemente inferiore a quella della cute circostante (normalmente occorrono dalle 3 alle 10 applicazioni); ed ovviamente, una volta raggiunto un soddisfacente risultato cosmetico, occorre rinunziare all'abbronzatura, la quale viceversa rimarcherebbe ancora una volta la discromia delle smagliature.