le asimmetrie mammarie.......
Le asimmetrie mammarie non sono affatto rare, anche se non è frequente imbattersi in situazioni come quella raffigurata con la prima fotografia di sinistra: sesta misura a sinistra, terza a destra, a causa di una patologia da ipersensibilità recettoriale monolaterale. Ovviamente questa ragazza non sapeva nè come vestirsi nè come presentarsi in pubblico: è possibile immaginare le implicazioni psicologiche del caso. Ho dovuto ridurre la mammella megalica con metodo obliquo esterno, destinato a lasciare un tipo di cicatrici ben accettato dalla giovane paziente.
Le 2 foto di destra invece si riferiscono a rara malformazione mammaria sinistra dovuta a iperplasia duttulare; in altri termini il corpus mammae è regolarmente sviluppato e morfologicamente speculare a quello controlaterale. Analogamente simmetrico risulta lo sviluppo dei capezzoli; ciò che invece appare anomalo è la PAM, cioè la placca areolo-mammellonare, al di sotto della quale i dotti galattofori di sinistra hanno subìto uno sviluppo esagerato in calibro e soprattutto in lunghezza anatomica, fino a trasformare appunto il complesso della PAM in una sorta di proboscide pendente in avanti. La paziente, assai giovane, presenta ancora uno sviluppo malformativo limitato; tuttavia la malformazione, se non operata, sarebbe stata destinata ad un peggioramento progressivo negli anni. Non nascondo che ho dovuto superare qualche difficoltà per riuscire ad assicurare la continuità anatomica dei duttili galattofori in modo che la paziente potesse conservare inalterata la capacità di allattare al seno. Alla fine ci sono riuscito con un intervento plastico originale di riposizione della PAM a mo' di racchetta peduncolata affinchè anche l'irrorazione vascolare ed il nervo erettore del capezzolo conservassero la loro funzionalità ed integrità anatomica. Ovviamente l'allestimento di una racchetta porta-PAM da trasporre nella sede dovuta mi ha comportato la necessità di scaricare la linea di taglio verticalmente verso il basso.
Anche la mastoplastica ricostruttiva dopo mastectomia per tumore presenta talora aspetti interessanti. In questo caso il problema non era dover ripristinare con un adeguato impianto protesico un volume mancante dopo la quadrantectomia (ho impiantato una protesi da 200 cc); il problema era dover ricostruire totalmente il complesso areola-capezzolo precedentemente sacrificato dall'intervento demolitivo. In questo caso l'areola controlaterale aveva abbastanza "stoffa" da consentirmi di trapiantare una piccola striscia di settore circolare che ho utilizzato come innesto di Wolfe-Krause per la ricostruzione dell'areola mancante. Il capezzolo è stato da me ricostruito decapitando quello controlaterale e trapiantando il pezzo nella sede dovuta.